Città latenti. Un progetto per l'Italia abusiva
Bruno Mondadori, Milano, 2008
 

Claudio Sabatino, Sarno, 2006


Stefano Graziani, Marina di Acate, 2006



Alessandro Lanzetta, Ardea, 2006
 

Con saggi fotografici di Paolo De Stefano, Salvatore Gozzo, Stefano Graziani, Alessandro Lanzetta, Andrea Pertoldeo, Claudio Sabatino

Sinossi:
La città abusiva è il più vasto progetto collettivo mai realizzato nel nostro paese. Un intreccio tra strutture famigliari arcaiche, desideri omologati e una implicita politica di auto-organizzazione che ha drammaticamente influenzato lo sviluppo urbano italiano, non soltanto nel Mezzogiorno.
Osservato da vicino nelle sue forme e nelle sue storie, questo paesaggio abitato ci svela oggi che le sue attese di futuro si sono in realtà esaurite da tempo, dissolte nella domanda di qualità che la società contemporanea esprime. La sua costruzione perennemente non finita testimonia – più che una curiosa modalità di crescita “aperta” – l’esplicito fallimento del grande disegno collettivo ad esso sotteso.
Città latenti è un’ipotesi di trasformazione per questo versante della città meridionale condotta a partire dai materiali – fisici e sociali – esistenti, che possono essere riattivati alla luce di una serie di inedite convenienze che proprio il fallimento del progetto iniziale sta diffusamente svelando nelle pieghe del territorio.


Dalla quarta di copertina:

 



Synopsis:
The città abusiva is the largest collective project ever implemented in Italy. A mixture of deeply-rooted family structures, homologated imaginaries and an implicit policy of self-organization that has dramatically influenced the Italian urban development, not only in the Mezzogiorno. This city unveils today the disappointment of its expectations, broke down by the request for quality by the contemporary society. Its perennial unfinished building testifies the failure of an urban habitat where the collective dimension failed to born.
Through direct interviews and the shots of six photographers, the research focuses on the social practices and the physical consistency of these inhabited landscapes, trying to discover – beside the decay and the abandonment – latent qualities and emerging trends and trying to distillate these elements in to new evolutionary scenarios.
Three design approaches are developed. The first hypothesis depicts the abusive city as absorbed by the existing city: unplanned settlements upgrade their collective equipment through the actions of small consortium initiatives and regenerate their commons. According to the second one, the abusive city fades in the landscape, articulating the emerging abandoning processes with new demolition techniques and economic incentives. The third approach defines a scattered project, an environmental-natural-technologic system that finds room in the residual land improving the ecologic performance, the mobility system and the net of collective spaces.


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